Donatella Zoroddu, «Il commento di Charles K. Barrett agli Atti degli Apostoli. Note di lettura.», Vol. 24 (2011) 71-94
The monumental two-volume commentary by C.K. Barrett on the Acts of the Apostles (ICC), completed in 1998, is a milestone in the exegetical history of this New Testament document. A collection of notes, made during the preparation of the Italian edition of the commentary, is offered, without any claim to completeness. Most of the notes focus on grammatical and lexical questions, but some are also concerned with text critical issues and pay particular attention to the translation of the Greek text with which Barrett opens every pericope. The last section of the article deals with the oversights and inaccuracies that could cause the reader difficulty.
Il commento di Charles K. Barrett agli Atti degli Apostoli. Note di lettura 87
7, a p. 1225, sostiene che ἡμᾶς denoti “now in all probability no longer the
whole company from the ship but Paul and his companions”. Significa che
la prima plurale dei vv. 1 e 2 indicava invece tutti i naufraghi? o “now”
copre l’intero cap. 28 contrapposto al cap. 27, dove il “noi” si riferiva a
tutti i passeggeri43? Se B. postula una variazione di referente fra v. 7 (e
poi 10-16) e vv. 1-2, πάντας potrebbe giocare a suo favore, perché si può
pensare voglia evidenziare che si tratta di tutti i passeggeri scampati44,
e questa interpretazione potrebbe essere avvalorata dalla sua presenza
appena prima, alla fine del cap. 27, ove si legge che “tutti —πάντας— si
misero in salvo a terra” (v. 44), formulazione che forse ha influito sull’o-
missione di ἡμᾶς nel testo del v. 2 del ms. 181.
Sempre nel commento a 28,2 lo studioso riporta i dati climatici pre-
cisissimi sulle medie delle precipitazioni e delle temperature di ottobre
e novembre a Malta e a Melida (Cefalonia) forniti da H. Warnecke, Die
tatsächliche Romfahrt des Apostels Paulus (SBS 127; Stuttgart 1987),
allo scopo di dimostrare che l’isola in questione è Melida, più fredda e
piovosa in quella stagione. B. accetta tiepidamente gli argomenti, ma
obietta che i naufraghi con vestiti fradici ed esposti al vento avrebbero
comunque gradito il fuoco. Si sarebbe nondimeno potuto evitare senza
danno di dedicare tante righe a rilevazioni che, quand’anche applicabili
al I sec. d.C., non impediscono di immaginare un giorno di pioggia e
freddo particolarmente intensi contro ogni media.
La pioggia è definita ἐφεστῶτα: “perhaps, that came on suddenly,
unexpectedly” (p. 1221), e sono addotti a confronto 1 Ts 5,3 e Plb. 18:20.7.
Il verbo tuttavia non sembra contenere in sé l’idea di subitaneità45, che nel
passo di 1 Tessalonicesi (αἰφνίδιος αὐτοῖς ἐφίσταται ὄλεθρος) è affidata
all’aggettivo. È preferibile la resa che B. fornisce nella traduzione di p.
1216, “that came on”, “che aveva cominciato a cadere”46 (appropriata
anche per il passo polibiano e adottata da numerose versioni moderne),
o “which had set in” (Gloag, Begs.), oppure “imminente, incombente”
(Vulgata; prospettano entrambe le alternative Haenchen, 681, e BDAG,
s.v., 4; 6)47.
L’esame delle varianti testuali ha uno spazio cospicuo e un ruolo
portante nel commento. La ponderazione delle conseguenze che l’ado-
42
Al riguardo v. vol. II, “Introduction”, XXV-XXX.
43
Cf. Roloff, 366: “Die Form der Wir-Erzählung wird zwar beibehalten, doch wechselt
das Wir seinen Inhalt: War es in Kp 27 auf alle Schiffsinsassen bezogen, so meint es jeztz
nur noch Paulus und seine christlichen Gefährten”.
44
V. Gloag, II, 426-7.
45
V. Gloag, II, 423.
46
V. per es. Schneider, II, 402, n. 12.