Albert Vanhoye S.J., «Pi/stij Xristou=: fede in Cristo o affidabilità di Cristo?», Vol. 80 (1999) 1-21
The meaning of the Pauline pi/stij Xristou= is the subject of much discussion. Is the genitive here objective: "faith of Christ" or subjective: "the pi/stij of Christ"? In the latter interpretation the problem is the meaning of pi/stij. "The faith of Christ" comes up against the fact that the act of believing is never ascribed by Paul to Christ, nor is it ascribed to him elsewhere in the New Testament. The "faithfulness of Christ" avoids this objection but is a weak alternative. The fact that pi/stij also has the meaning of "credibility" or "trustworthiness", is sometimes overlooked. This is the meaning which suits some texts because the "trustworthiness" of Christ is what makes the Christians "faith" possible.
II. Le opinioni
La discussione sullespressione cominciò con un articolo di J. Hausleiter2 e alcuni anni più tardi con un contributo di Gerhard Kittel3, ma non ebbe un influsso duraturo. Il dibattito fu ripreso 50 anni dopo e diventò allora più vivo. Gabriel Hebert4 poneva la domanda "se la parola pi/stij, come la usa S. Paolo, non avesse un significato ebraico piuttosto che greco"5. In greco, "lelemento intellettuale" sarebbe predominante. Aggiungeva daltra parte che "in tutte le nostre lingue europee la fede viene vista come un atto o unattività delluomo". Dichiarava allora: "Su questo punto, il significato ebraico è molto differente; il verbo Nm) nelle sue diverse forme e il nome hnfw%m)v e altri nomi derivati hanno il senso fondamentale di fermezza, saldezza, sicurezza, e questo si applica anzitutto a Dio, di modo che hnfw%m)v, fedeltà, diventa un attributo divino"6. Per provare questa affermazione, Hebert cita il Salmo 36, in cui il salmista dice a Dio: "La tua fedeltà raggiunge i cieli". La conclusione è che "il termine ebraico che denota saldezza e fermezza si applica, propriamente parlando, a Dio e non alluomo, il quale viene ripetutamente caratterizzato come fisicamente fragile e moralmente instabile"7. Hebert dimostra poi che il concetto ebraico è presente nelle lettere paoline. Effettivamente in Rm 3,3 Paolo usa lespressione pi/stij qeou=, che non significa "fede in Dio" ma viene solitamente tradotta "fedeltà di Dio"8. In altri passi, Paolo applica a Dio la qualifica pisto/j, "fedele": "Fedele è Dio, dal quale