Gianni Barbiero, «'Mi risveglio e sono ancora con te' (Sal 139,18b): una proposta strutturale», Vol. 94 (2013) 436-447
This article proposes the following translation of Ps 139,18b MT: 'I wake up, and am still with you'. In the author’s opinion 'to wake up' has a metaphorical sense here, referring to the resurrection from the dead. The sentence is to be understood not in relation to v. 18a, but to v. 16a ('Your eyes beheld me still unformed'), with which it is in structural correspondence. The two expressions form a polarity, the first referring to man’s existence in the mind of God before birth, the second to his existence after death when the psalmist will be 'still with him'.
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(SAL 139,18B)
$m[ ydw[w ytcyqh
16,10-11; 49,16 36, e, fuori del salterio, in Is 25,8; 26,19-21; Dn 12,2-3 37,
così come nei libri deuterocanonici dei Maccabei e della Sapienza (cfr.
Sap 3,1-9; 5,15-16). Così cade anche l’altra obiezione di Allen, che il pen-
siero della resurrezione nel Sal 139 sia teologicamente anacronistico. Non
lo è, perché il salmo è certamente recente 38, e quindi più o meno contem-
poraneo ai testi sopra citati.
Il pensiero della morte viene ripreso anche al v. 9b: “Se vado ad abitare
all’estremità del mare†(~y tyrxab hnkva). Ad occidente di Israele c’è il
Mar Mediterraneo: qui tramonta il sole. Quindi l’estremità del mare è il
punto estremo dell’orizzonte, dove regna la notte. Quanto l’oriente è asso-
ciato a immagini di vita, l’occidente, la notte è collegata con immagini di
caos e di morte: le necropoli egiziane erano situate a occidente del Nilo.
Alla polarità spaziale (cielo-sheol, v. 8) si aggiunge quella temporale
(giorno-notte, v. 9): sono ambedue espressioni della polarità fondamentale
“vita-morteâ€. Seguendo il corso del sole, per fuggire dalla presenza di Dio
il salmista vorrebbe andare ad “abitare†(!kv) al di là dell’oceano, nel regno
della notte e della morte 39. Ebbene anche là (~v), nel regno della morte, è
la mano di Dio a guidarlo (v. 10). Anche là Dio è presente. E si potrebbe
forse cogliere la stessa valenza metaforica nella polarità luce-tenebre di cui
parlano i vv. 11-12 (cfr. Gb 3,4-6).
I paralleli dell’AT supportano la nostra interpretazione. Il pensiero che
l’uomo si trova “con Dio†($m[) è piuttosto raro nella bibbia ebraica. Esso
Cf., per la speranza in una vita oltre la morte nel salterio, G.A. MINDLING,
36
“Hope for a Felicitous Afterlife in Psalms 16, 49 and 73â€, Laur. 32 (1991)
305-369; K. LIESS, Der Weg des Lebens. Psalm 16 und das Lebens- und To-
desverständnis der Individualpsalmen (FAT II/5; Tübingen 2004); P.J.
D’SOUZA, Stronger than Death. Intimations of Afterlife in the Book of Psalms
(Bangalore 2010).
Cf. B. JANOWSKI, Konfliktgespäche mit Gott (Neukirchen-Vluyn 2003)
37
336-346.
Diversi autori ritengono il Sal 139 di epoca tardo-postesilica, più elle-
38
nistica che persiana, cf. ad esempio H. GUNKEL, Die Psalmen (Göttingen
1986) 586; W.O.E. OESTERLEY, The Psalms. Translated with text-critical and
exegetical notes (London 1939) 553; E.J. KISSANE, The Book of Psalms (Dub-
lin 1953-1954) II, 291; E. WÃœRTHWEIN, “Erwägungen zu Psalm 139â€, VT 7
(1957) 165-182, 181; A. DEISSLER, Die Psalmen (WB.KK; Düsseldorf 1965)
III, 191. La ragione principale addotta da questi autori è la presenza di ara-
maismi (vv. 4, 8, 12c, 16 e 19), così come la vicinanza al libro di Giobbe. Da
parte nostra vorremmo sottolineare anche l’elevato concetto di Dio, netta-
mente monoteistico (cf. WAGNER, “Zur Theologieâ€, 138).
Per la concezione egiziana cf. KEEL, Bildsymbolik, 29-31, figura 32;
39
46-47, figura 55. Più generalmente, per il Vicino Oriente antico, si veda il
sempre attuale: O. KAISER, Die mythische Bedeutung des Meeres in Ägypten,
Ugarit und Israel (BZAW 78; Berlin 1959).
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