Gianni Barbiero, «'Mi risveglio e sono ancora con te' (Sal 139,18b): una proposta strutturale», Vol. 94 (2013) 436-447
This article proposes the following translation of Ps 139,18b MT: 'I wake up, and am still with you'. In the author’s opinion 'to wake up' has a metaphorical sense here, referring to the resurrection from the dead. The sentence is to be understood not in relation to v. 18a, but to v. 16a ('Your eyes beheld me still unformed'), with which it is in structural correspondence. The two expressions form a polarity, the first referring to man’s existence in the mind of God before birth, the second to his existence after death when the psalmist will be 'still with him'.
06_Biblica_AM_Barbiero_Layout 1 08/07/13 12:58 Pagina 444 06_B
444 GIANNI BARBIERO
Come dicevo, la mia proposta è di intendere il v. 18b non in rapporto al
v. 18a, ma in parallelo con il v. 16, secondo la struttura concentrica sopra
delineata. D’altra parte l’espressione $m[ ydw[, “io sono ancora con teâ€,
suggerisce il riferimento ad un tempo in cui il salmista già era con Dio,
quindi rimanda al v. 16. All’esistenza del salmista nel pensiero di Dio prima
della sua concezione (v. 16), corrisponde la sua esistenza “presso Dio†dopo
la morte, cioè “al risveglio†(v. 18b), secondo quella polarità che è caratte-
ristica della poesia del Sal 139. Il “risveglio†si riferisce, dal contesto, al ri-
sveglio dalla morte, alla resurrezione.
Questa interpretazione non è nuova. La troviamo presente già in G:
exegerqhn kai. e;ti eivmi. meta. sou/ 27, così come in Vg: exsurrexi et adhuc sum
v,
tecum. Anche il Targum si pone su questa linea: “I shall awake in the world to
come (ytad aml[b tyr[ta) and I shall still be with you†28. Tra gli esegeti
moderni, la vediamo proposta, tra gli altri, da Holman 29, Dahood 30, Brown 31,
Siegfried Wagner 32, e Andreas Wagner 33.
A questa interpretazione Allen obietta che nel Sal 139 non si parla al-
trove della morte 34. Tale obiezione non è giustificata, perché alla morte
alludono diversi passi del salmo.
Ad esempio, nel v. 8 l’espressione “se mi corico nello Sheol, eccotiâ€
($nh lwav a[yca) esprime bene la sorpresa che il salmista ha nel trovare
Dio nel regno dei morti, con cui si pensava che Dio non avesse niente a
che fare (cfr. Sal 88,6). Il pensiero che Dio è presente anche nello Sheol,
che il suo dominio si estende anche là , è recente nell’AT. Il passo è im-
portante, come sottolinea Michel: “Se con la morte è tutto finito, allora
qui c’è un limite al potere di Dio, allora egli è sì il ‘Dio dei viventi’ ma
non più il ‘Dio dei morti’. Se i morti nello Sheol vivono un’esistenza um-
bratile, in cui sono tagliati fuori dalla mano di Dio (Sal 88,6), allora questo
sarebbe un ambito, in cui JHWH, il Dio di Israele, non sarebbe più l’unico
signore†35. Accanto al Sal 139, questo pensiero appare in Sal 73,23-24;
Così anche Simmaco: evxupnw,sw kai. eivj avei. e;somai meta. sou/.
27
Trad. D.M. STEC, The Targum of Psalms (London – New York 2004)
28
234, corsivo ivi. Nello stesso senso anche il Talmud e diversi commentatori
rabbinici (cf. J.G.S.S. THOMSON, “Sleep: An Aspect of Jewish Anthropologyâ€,
VT 5 [1955] 421-433, 424).
HOLMAN, “Analysisâ€, 209-211.
29
M. DAHOOD, Psalms (AB 17A; Garden City, NY 1979) III, 296-297.
30
Cf. BROWN, “Creatio corporisâ€, 112.
31
WAGNER, “Zur Theologieâ€, 144.
32
WAGNER, “Permutatio religionisâ€, 100, n. 25.
33
ALLEN, Psalms, 320. L’autore si rifà a THOMSON, “Sleepâ€, 424.
34
D. MICHEL, “Ich aber bin immer bei dir. Von der Unsterblichkeit der
35
Gottesbeziehungâ€, Studien zur Ãœberlieferungsgeschichte alttestamentlicher
Texte (TB 93; Gütersloh 1997) 155-179, 156-157.
© Gregorian Biblical Press 2013 - Tutti i diritti riservati